domenica 31 gennaio 2016

Fenice fangirl. #02

Come sempre, quando si tratta di fangirleggiare, sono sempre pronta e ben disposta a farlo.

Mi rendo conto che col titolo non è chiaro a primo impatto di cosa voglio trattare volta per volta: questo leggero alone di "mistero" non mi dispiace. Ormai ho chiamato la rubrica così e mi spiacerebbe cambiare titolo o usarlo solo come un tag per inglobare tutti i post che lo contengono.

Questa volta volevo parlare di serie TV e di qualcosa nello specifico. Quando ero più giovane io li chiamavano ancora telefilm, e col tempo la produzione di serie è aumentata notevolmente, magari se ne può fare un grafico e la funzione sarebbe esponenziale (ne sono sicura), al punto da notare che per alcune serie si stanziano tantissimi dindini per dar loro vita. Quando la produzione è tanta ci si può imbattere in prodotti eccellenti, buoni, così così o anche scadenti, ma credo che questo sia ovvio.

Ammetto che io non sono una grande fan delle serie TV per una serie di ragioni. Non amo lo streaming (su questo aprirò una parentesi prossimamente) perché i miei occhi si sforzano facilmente e se sto anche solo a scrivere qualcosa al computer per tanto tempo ecco che mi viene da piangere per la stanchezza (e sembra che io abbia sbagliato a mettermi il collirio. Non che questo non succeda, accade fin troppo spesso) ed eventualmente dopo un download metto tutto su un hard disk che collego al televisore. I miei occhi si stancano lo stesso, ma non così rapidamente come quando sono davanti a uno schermo a distanza ravvicinata. Essendo una studentessa fuorisede la TV che possiedo dove abito non legge il mio hard disk (a meno che non lo formatti) e data la mole di roba che dovrei spostare, fare e dire, faccio un bel gesto dell'ombrello alla Mara Maionchi alla TV e non guardo niente. Posso dedicarmi allo streaming solo quando torno al paese e tra le cose da fare non mi dedico mai alla visione come vorrei: sono una di quelle persone che se ha a diposizione una stagione intera vuole vederla difilata, facendo opportune pause. In aggiunta, tra la lettura e la visione scelgo sempre la lettura, mentre se la scelta è tra un film e una serie scelgo un film, anche se sono belli impegnativi e pesantucci. Amo più i film delle serie.

Ne consegue che io non è che abbia visto chissà quante serie TV, però devo anche dire che se non mi colpisce la prima puntata o una puntata random (vista per caso) allora non proseguo nel guardare le puntate successive, pensando (o sperando) che possa coinvolgermi dopo. Non mi faccio più lo scrupolo che mi facevo tempo fa per i libri: ho tanto da leggere (e da vedere) e se mi impongo di vedere qualcosa che non mi garba mi tolgo del tempo per fare qualcos'altro che potrebbe piacermi di più. 

Ci sono però delle serie ormai complete che ho visto integralmente e che mi sono davvero tanto piaciute al punto da reputarle le mie preferite. Alcune complete le sto terminando; potrei già inserirle tra le preferite, ma preferisco dapprima finirle. Ci sono anche delle serie le cui stagioni mi sono piaciute e continuo a seguirle, mentre ho seguito alcune stagioni di una serie e poi l'ho abbandonata in tutta tranquillità, mentre c'è una serie che dopo un buon inizio mi ha fatto mandare un "vaffa" enorme e ho detto che non la seguirò più. Sto parlando di Game of Thrones, su cui mi sono espressa tempo fa in questo post.

Voglio parlarvi in breve delle mie serie preferite. Sono tutte complete, e alcune sono propriamente delle mini-serie. Come sempre, non c'è un ordine di gradimento, ma solo quello alfabetico, che adoro.

A young doctor's notebook: serie di due stagioni e otto episodi in totale che si ispira a uno dei miei libri preferiti, Appunti di un giovane medico, di Michail Bulgakov, in cui ha raccontato (dando le sue esperienze vissute a un certo dottor Vladimir Bomgard, ma si trattava di lui) le sue prime esperienze come medico abilitato dopo la laurea. In questa serie ci sono dei cambiamenti rispetto al libro, ma sono talmente tanto garbati e ben fatti che mi sono molto piaciuti, ed è una cosa che mi è capitata solo tre volte con le serie tratte da libri. L'impostazione di voler raccontare la storia di Bomgard in due momenti, all'inizio della sua carriera quando era giovane ed era stato spedito in un paesino sperduto di campana (ciò che accade nel libro) e successivamente da medico affermato che lavora a Mosca, è molto bella: si utilizza un flashback perché Bomgard ritrova il suo diario in cui annotava le sue avventure di giovane medico alle prime armi. La storia viene raccontata simpaticamente unendo il giovane medico e il medico adulto, e quando "parlano" tra loro si unisce assieme realismo e umorismo. L'ironia dello scritto di Bulgakov qui viene reso su schermo coi "due" medici, simbolo della vecchia e della nuova scuola, della medicina di campagna che era più arretrata e di quella di città che ha più conoscenze ed esperienze. Abbiamo un medico giovane che cerca di fare carriera e di salvare persone in un paesino armato di buone intenzioni e di studi teorici e pochissima (anzi, nulla) pratica e un medico adulto che guarda con dolcezza e umorismo il suo se stesso più giovane, oltre che pathos.
In questa serie ho potuto apprezzare e rivalutare (con tantissimo piacere, lo ammetto) Daniel Radcliffe, che impersonava il giovane Bomgard. Non è stato per niente il pesce lesso che era in Harry Potter, tutt'altro, è stato molto bravo ed espressivo; le scene in cui interpretava un tossico morfinomane (uno dei racconti di Bulgakov è proprio intitolato Sotto morfina, che assumeva e in cui ha riportato tutto l'accaduto). Bravo, davvero bravo.


House M.D.: quello che per me è IL medical drama per eccellenza. Abbiamo la medicina e abbiamo il dramma, ma non un dramma alla Beautiful che è il motivo per cui ho detto addio a Grey's Anatomy. Abbiamo anche il risvolto sentimentale, ma c'è dapprima quello delle persone come singoli e come professionisti. So benissimo che la probabilità di ritrovare tutte quelle malattie rarissime nell'ospedale del medico claudicante sono meno di zero (dai, è impossibile che tutti quei poveretti abitassero nei dintorni!), ma le malattie sono descritte proprio bene, i segni e i sintomi sono quelli, così come anche l'eventuale modalità di contrarre la stessa (nel caso si trattava di una malattia infettiva o da parassiti o altro). Per me che sono deformata professionalmente (e che prima di entrare a medicina ero tipo Carlo Verdone perché approfondivo da sola) è una cosa su cui non avrei potuto mai transigere. Non è stata la serie a farmi venire la voglia di diventare medico, il motivo l'ho detto qui e nello stesso post ho parlato del perché amo Greg House. Questa serie mi ha anche permesso di indagare di più anche in me stessa, nell'eventualità che entrassi a medicina. Nella puntata in cui il ricoverato era il capo di un'organizzazione terrorista islamica, Chase e Foreman hanno preferito farlo morire con tutto che si era fatta la diagnosi; così facendo il conflitto in quella zona islamica era terminato. Io mi sono chiesta: sarei disposta a uccidere uno per salvarne molti? Dandomi la risposta ho avuto modo anche di capire quale specializzazione potesse essere quella più giusta per me. Non ho cambiato idea perché non sono disposta a scendere a compromessi nella mia vita e non voglio essere incoerente. Parlando di ship: sono team House/Cuddy a vita. Non venitemi a dirmi che sono improbabili come coppia o che non ci sono dinamiche tra loro e che la coppia è diventata tale malamente, perché allora non abbiamo visto la stessa serie. Va bene il libero shipping, ma credo che ci sia sempre il margine di oggettività, in ogni cosa, se lo si vuole vedere. Un'altra ship per me è Cameron/Tomba: ho sempre voluto che crepasse male. E Tredici/me, col "dottor Mandingo" no, lei è mia!

I pilastri della terra: miniserie ispirata all'omonimo romanzo di Follett, di cui Follett stesso ha approvato le modifiche nella sceneggiatura. La trama è molto più bella nel romanzo e non lo negherò mai, ma in questa serie moltissimi degli attori scelti sono perfetti nella parte, prima fra tutte una delle mie donne amatissime: Ellen. Lei è una delle donne di carta a cui mi ispiro. Hayley Atwell ed Eddie Redmayne che hanno interpretato Aliena e Jack sono i miei amori. Tempo fa una tizia (che mi ha bloccato su faccialibro perché ho replicato a quanto aveva detto nello stesso modo in cui lo dirò ora) ha fatto una menata sui capelli ricci di Aliena perché Hayley non li aveva ricci sullo schermo. Chi ha letto il libro sa che che Jack "amava le cose selvagge, disordinate come le alte montagne, le vecchie querce. E i capelli di Aliena" (altro che "la proporzione è il cuore della bellezza" per Jack!), ed è una caratteristica fisica della giovane su cui lui si fissa, ma sono del parere che, per quanto potesse non costare molto arricciare i capelli all'attrice, se un'attrice riesce a farti amare il personaggio anche se fisicamente non è proprio uguale a quello cartaceo, mettendoci tutta se stessa, non si può sorvolare su una piccolezza come i capelli lisci? Per me vale sempre che conta la bravura dell'attore e non il suo aspetto (per quanto ognuno di noi ha i suoi gusti estetici). Voi cosa ne pensate? Bello anche il Priore Philip (la mia ship crackissima è sempre Philip/Ellen, al punto che ci ho scritto una fanfiction... con del p0rn, perché sì) e Waleran così come William Hamleigh li ho odiati così come quando rileggo il libro.

Lie to me: parlando di questa serie mi viene solo da dire una cosa ovvero BASTARDI, NON DOVEVATE CANCELLARLA! C'è chi dice che è stata cancellata perché non c'è stata molta audience, c'è chi dice che è stata cancellata perché venivano svelati segreti del linguaggio del corpo che si può utilizzare come aiuto contro i criminali e quindi non andava bene. Questa è una serie che amavo proprio per l'unione della cinesica, della comunicazione non verbale con quello che io amo di più: la criminologia (intesa in tutti i sensi e che ingloba tutto). Ero davvero presa bene con questa serie. Anche se incompleta è e resta tra le mie preferite.

Mondo senza fine: seguito de "I pilastri della terra" sia su carta sia sullo schermo come miniserie. Attendo con ansia il terzo libro della trilogia di Kingsbridge e spero sia appassionante. Molto più divergente in alcune cose dal libro rispetto ai pilastri (Elfric che sposa Caris me la sono legata al dito), ma anche in questo caso la trama sta in piedi e gli attori scelti sono stati davvero bravissimi. I cattivi di più, perché me li hanno fatti odiare di più. Petranilla poi di carattere assomiglia a mia nonna paterna, quella strega, e l'attrice non l'ha resa bene, di più!

Col tempo finirò di vedere Breaking Bad, Hannibal e Rizzoli & Isles, che amo. Appena le finisco ve ne parlerò. Promesso (?).

sabato 30 gennaio 2016

Occhio SISMico. #01

Non è un caso che io abbia scelto questa giornata per inaugurare questa nuova rubrica. Ve ne avevo già parlato qui, non nascondendo il fatto che si tratta del progetto più ambizioso di tutti, per il quale desidero davvero impegnarmi con tutta me stessa.

Oggi, trenta gennaio 2016, esce il primo numero di Zona SISMica, di cui, per questo anno accademico, sarò la redattrice per l'area SCORA. Detto così mi rendo conto che non è molto chiaro, ma facciamo un passo alla volta.

Il Segretariato Italiano Studenti in Medicina è una associazione no-profit creata da e per gli studenti di medicina. Il SISM si adopera per rispondere ai bisogni di salute dell’individuo attraverso contributi qualificanti alla formazione accademica degli studenti, alla loro sensibilizzazione sui profili etici e sociali della professione medica e alla crescita intellettuale, professionale e deontologica delle nuove classi mediche e attraverso l’informazione e l’educazione sanitaria della popolazione. Il SISM aderisce come membro effettivo all’IFMSA (International Federation of Medical Students’ Associations), forum di studenti di medicina provenienti da tutto il mondo riconosciuto come Associazione Non Governativa presso le Nazioni Unite.

Ciò non toglie che tutti possono avvicinarsi al SISM e alla nostra realtà, perché la salute e la sanità sono di tutti, anche di chi non studia medicina, logicamente. 

Questo è quello che mi piacerebbe fare, ovvero estendere la nostra voce quanto più possibile. Sono del parere che l'ignoranza (in tutti i campi) si combatte con l'informazione e, se vi sono menti aperte e pronte a conoscere cose nuove e a cercare il confronto, allora si può fare davvero qualcosa. 

Il nostro scopo è quello di creare cultura, tutti assieme e con tutti i mezzi a nostra disposizione, perché la cultura non è lo sterile nozionismo da imparare come un pappagallo ripetente per poi sfoggiarlo come se fosse un pacchianissimo abito che invece viene visto come bello, ma la cultura è tutto ciò che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborando in modo personale e profondo al punto tale da convertire le nozioni in una parte di sé, della sua personalità morale, spirituale, diventando quindi più consapevole di se stesso e del proprio mondo

Mi rendo conto della difficoltà di creare cultura e diffonderla, ma noi crediamo che questa sia una lotta sì infinita, ma mai sbagliata e inutile. Noi ci proviamo, armati delle migliori intenzioni.

Ne ho fatto anche una mia personalissima battaglia, a dire il vero.

Il SISM si compone di più aree tematiche, che cercherò di spiegarvi in breve per non annoiarvi troppo.

SCOPE – Standing Committee on Professional Exchanges: area che si occupa degli scambi professionali all’estero nell’ambito della Campagna Scambi e SCORE – Standing Committee on Research Exchanges: area che si occupa degli scambi di ricerca all’estero nell’ambito della Campagna Scambi.

Queste due vanno a braccetto e in sostanza i progetti delle aree SCOPE/SCORE consentono agli studenti di Medicina da tutto il mondo di frequentare un reparto ospedaliero (clinico o chirurgico) o un laboratorio di ricerca in una struttura sanitaria straniera a scelta tra le Associazioni confederate nell’IFMSA aderenti al programma. Ne consegue che come gli studenti italiani possono partire all'estero, allo stesso modo tanti studenti possono venire in Italia per vedere la realtà medica e di ricerca qui da noi.

SCORA – Standing Committee on sexual and Reproductive health including HIV/AIDS: area che si occupa di salute riproduttiva maschile e femminile, AIDS e identità di genere.
L’area della Salute Riproduttiva affronta tematiche attuali come l’informazione e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (e ce ne sono), HIV e AIDS. Viene anche esteso il concetto di salute della sessualità, infatti quest’area promuove la lotta contro le discriminazioni nei confronti per esempio degli omosessuali, delle donne, per la difesa dei loro diritti in ambito sociale, nella famiglia e nel lavoro.

SCOME – Standing Committee on Medical Education: area che si occupa di pedagogia medica (corsi di suture, tecniche chirurgiche di base, ospedale dei pupazzi) e degli scambi Clerkita.
La pedagogia medica ha come obiettivo quello di aiutare e sostenere i futuri medici sia per quel che riguarda la loro crescita professionale sia quella umana, cercando di preparare a essere dei buoni medici, avvalendosi di dare supporto al processo formativo. Si propongono percorsi di approfondimento e studio per far acquisire agli studenti in medicina un ruolo attivo nella propria formazione attraverso momenti di riflessione; si organizzano anche corsi elettivi per l’integrazione della didattica curricolare, la scrittura e pubblicazione di casi clinici, il tirocinio in reparti d’eccellenza scelti tra i migliori Italia e l’inserimento di tematiche extra dell’esperienza dello studente. Tra gli altri, sono attivi progetti dedicati a bambini e adulti, come l’Ospedale dei Pupazzi e la Clown Terapia, per insegnare ai futuri medici come approcciarsi ai pazienti in modo più umano.

SCORP – Standing Committee on Human Rights and Peace: area che si occupa del rispetto dei diritti umani, guerra, rifugiati, sostenibilità ambientale e solidarietà.
L’area di Diritti Umani e Pace si interessa dello sviluppo, promozione e integrazione nel percorso formativo della Salute Globale, intesa come nuovo paradigma per la Salute e l’assistenza sanitaria. Si cerca di dare un approccio transdiciplinare e multi-metodologico cosicché il tema della Salute Globale venga studiato sotto numerosi punti di vista, con particolare attenzione a Determinanti di Salute, disuguaglianze in Salute e Accesso alle Cure, Medicina delle migrazioni e Cooperazione Internazionale, cambiamenti climatici e salute, conflitto di interese e decrescita in Medicina.
In questi ambiti vengono proposti conferenze, momenti formativi, autoformativi e di confronto ma anche esperienze cliniche dirette in Paesi in Via di Sviluppo.

SCOPH – Standing Committee on Public Health: area che si occupa di salute pubblica e conflitto di interessi nella pratica medica.
La SCOPH è l’area tematica che pone la figura dello studente in medicina come portavoce di un messaggio di educazione sanitaria al fine di portare un beneficio alla popolazione.
Questa figura è particolarmente attiva nella sensibilizzazione della popolazione generale e degli studenti, sia di medicina che delle scuole, riguardo molte tematiche di salute pubblica (donazione di sangue, organi, tessuti e cellule, prevenzione del diabete e dell’obesità, lotta contro il fumo, dipendenze da sostanze d’abuso, disabilità fisica e mentale).
Tra le varie tematiche approfondite, viene trattato anche il conflitto di interessi, per rendere consapevoli gli studenti di come si genera questo conflitto e degli ambiti in cui si manifesta affinché si possano approcciare con spirito critico all’inevitabile confronto che, da professionisti, si troveranno ad avere con le case farmaceutiche.

Da quello che ho detto si capisce che si prova a estendere il sapere e l'educazione medico-sanitaria quanto più possibile, e se vediamo persone dire "i vaccini fanno venire l'autismo" oppure "è tutto un complotto di Big Pharma" (corredato magari, se scritto, da tanti punti esclamativi o da un bel "hai capito?") ci rendiamo conto che la strada da fare è ancora lunga.

Delle varie aree, quella che sento più vicina a me è la SCORA. Del resto, cosa potevate aspettarvi da una femminista come me? La SCORA mi ha scelta e mi ha legata a sé col filo rosso del destino, che poi è anche il colore dell'area, oltre che il mio preferito.

Essendo redattrice, avrò il compito di proporvi articoli (si spera interessanti) per l'area da me scelta, sia revisionando quelli che mi vengono proposti, sia scrivendoli di mio pugno.

Posso dire che questo è un modo che mi fa sentire utile, unendo la mia passione per il mio indirizzo di studi e quello per la scrittura.

La rivista è online su ISSUU; per leggerla integralmente vi basta iscrivervi al sito, è gratuito.
Sentitevi liberi poi di chiedere se avete dubbi o perplessità, come anche di diffondere il messaggio.

venerdì 29 gennaio 2016

Un piccolo salmone del dubbio.

Tempo fa avevo un blog dove mi sfogavo e parlavo di me senza nessuna pretesa di essere ascoltata o altro ancora.
Come si suol dire, "me la cantavo e me la suonavo da sola", e a me non dispiaceva, dato che sentivo solo la necessità di segnare da qualche parte i miei pensieri o cosa mi capitava.
Quella voglia di blaterare non si è mai estinta, perché cercare di darsi una risposta a delle domande da tempo in noi, magari anche con un bel confronto con persone intelligenti ed educate (condizioni davvero necessarie), è uno dei modi che mi permettono di arricchirmi come persona e di crescere; finora mi ha sempre fatto bene e non intendo smettere.


Mi piacerebbe quindi, di tanto in tanto, parlare anche qui di me più nel personale, eventualmente.
Potrebbe essere uno spunto per iniziare a parlare e scambiare opinioni sensate (sarebbe auspicabile).


C'è qualcosa che però mi frena nel farlo. 


Parlando di me non voglio assolutamente che si giudichi la mia condotta di vita o morale: dato che ho un cervello e una coscienza io rispondo a loro due e se devo sorbirmi altri giudizi simili a quelli dei parenti (che non hanno nulla di meglio da fare nella loro vita) che non hanno mai fatto uno sforzo per capire e che non vedono al di là del loro seminato allora non ci sto.
Per fare un esempio: se parlando delle mie idee riguardo la sessualità mi di dà della "cagna" (questo è il termine che va più di moda attualmente) allora non solo non si è capito un cazzo (e uno e mezzo) di me, ma si è giudicato e soprattutto offeso. Non aspettatevi poi che io sia civile, e preparatevi a subire la mia ira.


Un'altra cosa che mi blocca nel parlare di me è che non vorrei assolutamente che quanto potrei dire possa esser visto come un mezzo personale per suscitare compassione. Non esiste, non ho mai voluto e mai vorrò la pietà delle persone.
Non che io non sia una persona compassionevole o senza cuore, però non desidero mi si parli con quella visione de "oh, poverina, fatti consolare", non è quello che voglio essendo molto orgogliosa e pronta ad alzare le maniche se mi devo dare da fare, o come anche "ecco, adesso parla dei fatti suoi per farsi compatire e stare al centro dell'attenzione".
Schifo con tutta me stessa questa categoria di persone, ne conosco anche qualcuna, e so per certo che non voglio averci proprio a che fare e nemmeno essere paragonata a loro.
Se ne ho parlato in breve nel mio bilancio di fine anno al contrario, mi piacerebbe parlarne in un post specifico di "de + ablativo" dilungandomi su questo per bene.


Intanto vedrò di risolvere questo dubbio che mi ronza in testa da giorni.

sabato 23 gennaio 2016

Cinquanta "fatti" su di me.

Grazie alla mia amica _Schwarz e al suo blog Carta, Piuma, Calamaio e Inchiostro Nero, ho scoperto questo piccolo tag. Sono cinquanta domandine a cui rispondere; sono un modo per parlare di sé e farsi conoscere, senza pretesa alcuna.
Ho scelto di usare la parola "fatti" perché è ormai un mio intercalare e credo che questo dia un qualcosa di più personale al titolo.
Va da sé che, come ho più volte detto, non basta leggere i post di una persona per poter supporre questo o quello, psicanalizzare in modo poraccio chi è dietro lo schermo o dire che si conosce la persona che sta scrivendo solo da quello che dice. Per quanto scrivendo possano emergere alcune cose, non sono sufficienti per poter dire di conoscere una persona; in tutta onestà, non basta nemmeno che la si conosca di persona.
Fatta questa premessa, ecco che ci provo anche io! Chi vuole, ovviamente, può farlo a sua volta.

Pensi di essere bella?
Adesso sì, dopo anni di lotta contro un'autostima inesistente e ballerina, posso dire di aver raggiunto il mio equilibrio e di trovarmi bella. Quando dico di trovarmi bella intendo proprio bella per me, mi piaccio e mi valorizzo semplicemente per il mio piacere personale e non per piacere a qualche altro, non ci tengo minimamente.

Pensi di essere simpatica?
Dipende da come mi trovo io al momento e dalle persone che ho dinanzi; la maggior parte delle volte fanno uscire il peggio di me, ma lo vogliono loro.

Pensi di essere intelligente?
Dicono che io lo sia; quello che so io è che sono assetata di conoscenze e mi informo su ogni cosa che mi rende curiosa e quello che dico e sostengo è ragionato. Sicuramente rifletto molto di più di tante persone superficiali.

Pensi di saperci fare con l'altro sesso?
Direi di no, ma non voglio nemmeno "saperci fare": non mi serve ammaliare se poi la mia sostanza non è apprezzata.

Il tuo segno zodiacale?
Pare che sia Bilancia, con ascendente Acquario. Ho i capelli che fanno swish come Sirio, del resto.

Sole o pioggia?
Pioggia, decisamente, quando io sono a casa.

Stagione preferita?
Autunno, sempre e per sempre.

Cioccolato bianco o nero?
Più fondente è, meglio è. Se poi è quello ai lamponi o al fior di sale o al pistacchio sono in estasi.

Più facile ridere o piangere?
Credo entrambe le cose, con l'aggiunta dell'ira molto spesso se piango.

Recita la frase di un film.
Restate fermi, restate fermi! Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore. Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l'Era degli uomini arriverà al crollo... ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo. Per tutto ciò che ritenete caro, su questa bella terra, vi invito a resistere! Uomini dell'Ovest!
Aragorn ne "Il ritorno del Re"; l'epicità in un discorso.

Che stai facendo?
A parte rispondere a queste domande? Provare a usare Ao3.

Ti curi nel vestire?
Sì, è una cosa che mi piace abbastanza.

Quante volte ti lavi i denti?
Mezz'ora dopo ogni pasto, anche se sono fuori casa.

Ti arrabbi facilmente?
Dipende dalla circostanza, dalla persona e dal motivo per cui dovrei arrabbiarmi: ciò che varia è l'intensità della mia eventuale rabbia e la reazione che avrò. Non sono una persona molto paziente.

Hai qualche vizio?
Dell'alcol di tanto in tanto; essenzialmente liquori o amari.

Un comportamento che ti dà fastidio?
Vale rispondere ignoranza?

Sei superstiziosa?
Sono una persona di scienza, non sono superstiziosa, la fortuna ce la costruiamo da soli. Quella che viene vista come sfortuna e che deriva dall'esterno la definisco in altro modo.

Quale persona non smetteresti mai di vedere?
Direi i miei amici, quelli veri e autentici, senza alcun dubbio.

Sei mai stata innamorata?
Direi meglio "in fase di innamoramento"; non ho vissuto l'amore per questioni al di fuori di me, quindi non ho mai costruito quello che io definisco come amore.

Credi nell'amore?
Credo che esista, ma è un concetto troppo diversificato nell'accezione che varia da persona a persona per come lo interpretano e come conseguentemente lo vivono. Dipende anche dal singolo la sua forza, la sua durata e cosa si desidera creare con questo amore.

Perché è fallita la tua ultima relazione seria?
Sono stata tradita, umiliata e messa sotto i piedi psicologicamente.

Hai mai avuto il cuore spezzato?
Due volte, sempre nella stessa maniera.

Hai mai spezzato il cuore a qualcuno?
Se l'ho fatto è stato necessario: se mi ci si dichiara e io dico "no" non posso fare a meno di farlo. Nessuno di noi è tenuto a ricambiare qualcuno se non se non vuole e non se la sente davvero. Amare qualcuno vuol dire anche rispetto della persona e non puro egoismo.

Ti sei innamorata del tuo migliore amico/a?
No, né della mia migliore amica, né del mio migliore amica. L'amicizia è sacra.

Hai mai amato qualcuno senza dirglielo?
No.

Hai paura di impegnarti seriamente?
No, le relazioni occasionali o storielle non fanno per me. Però sto benissimo anche da sola, non è che io mi senta disperata da sola e che quindi ricerchi per forza qualcuno perché non so stare sola.

Hai avuto più di 5 relazioni serie nella tua vita?
No, e di nuovo, non ci tengo.

Ti manca qualcuno ora?
Sì, ma non nel senso amoroso della mancanza, anche se spesso il primo pensiero è proprio questo. Non esiste solo l'amore nella vita.

Sei felice?
Ho giurato di non dire mai più a voce alta che sono felice; l'ultima volta che lo feci fu tre anni fa e da lì la mia vita ha iniziato a fare letteralmente schifo. Ne porto ancora i segni e quindi evito bellamente di dirlo. Non sono felice in questo momento, ma io sono nata malinconica, quindi forse la vera felicità mi è preclusa per questo, però mi sto dando da fare in alcuni ambiti e sto ricevendo belle soddisfazioni che spero possano essere ancora più grandi.

Stai mangiando qualcosa?
No, tendo a non mangiare al di fuori dei pasti principali.

Ti piace qualcuno?
Sì, parecchio, perché la cosa è a livello intellettivo, quindi...

Il giorno più bello?
Deve ancora arrivare.

Il giorno più brutto?
Togliendo alcuni mesi di benessere... diciamo 23 anni?

L'anno migliore?
Non lo fu del tutto, ma conservo un buon ricordo del 2010.

Già festeggiato il tuo compleanno?
No, festeggio il 23 settembre.

Fatto diete?
Sì, ma una dieta come si deve, da un dietologo, non quelle fai-da-te che seguono gli idioti; dieta e forza di volontà mi stanno dando tanto.

Fatto le ore piccole?
A un certo orario mi scende sempre il sonno quindi anche se volessi fare le ore piccole (e non voglio) non riuscirei a farle.

Campeggiato?
Più o meno, ma sarebbe bello fare un campeggio come si deve.

Ti sei mai lasciata condizionare?
Stava per succedere, nella peggiore delle ipotesi possibili, poi però mi sono resa conto della stronzata che stavo per fare e quindi ho ricominciato a lottare, e nessuno mi ha più piegata, né spezzata.


Hai abbracciato qualcuno?
Non recentemente, ma non amo molto il contatto fisico, se non con alcune e poche persone.


Hai fatto qualcosa di cui ti sei pentita?
Purtroppo sì.


Hai sofferto per un'altra persona?
Sì, fin troppo spesso, in passato; adesso succede più raramente, ma è cambiato anche il mio modo di reagire. 

Hai viaggiato all'estero?
Sì, e non vorrei mai smettere di farlo.


L'ultima persona che hai abbracciato?
La mia migliore amica.


L'ultima persona che hai chiamato?
Quella che ora non è più mia amica.


L'ultima persona con cui hai gridato?
Mia madre, al solito.


La tua parola preferita?
Dovrei pensarci.


C'è una vita dopo la morte?
Non so, finora nessuno me lo ha confessato dall'aldilà. Qualcuno lo ha detto a Kurt Vonnegurt, ma non a me, accidenti!

La parte del corpo che preferisci?
Parlando di me i miei occhi, i miei capelli, il mio seno e le mie labbra. Parlando degli altri dipende se si tratta di un uomo o di una donna.


Per cosa ti batteresti fino alla morte?
Per i miei ideali: per ciò in cui credo, per la libertà, per l'uguaglianza, per la parità. Ma combatterò fino alla morte anche contro l'ignoranza e gli idioti, come faccio di già.

martedì 19 gennaio 2016

Di "attori brutti" e gente scema.

Mi ero risparmiata, tempo fa, di parlare del caso di Johnny Depp che si era presentato con dei chili di troppo (e un look abbastanza discutibile) al 72mo Festival del Cinema di Venezia e, non parlandone, ho risparmiato anche a voi il mio sproloquio, almeno qui sul blog, perché ne ho discusso su Facebook e con i miei amici più cari.

Ho però quel brutto, bruttissimo difetto di non saper stare zitta quindi, come feci tempo fa quando presi coraggio per parlare delle acchiappafantasmi del reboot, adesso lo prendo di nuovo a due mani per parlare di un altro attore e di ciò che ha subito: Adam Driver.

Vi consiglio però di leggere prima l'articolo che vi ho linkato su, se non lo avete fatto, perché trovo stupido ripetere cose che ho già detto, oltre che inutile se qualche anima buona che mi segue lo aveva già letto e quindi si ritroverebbe con alcune cose scritte due volte.

Adam Driver è l'attore che ha impersonato Kylo Ren in Star Wars: Il risveglio della Forza, ma non è l'unico ruolo che ha interpretato nella sua carriera; ciononostante è quello che gli ha conferito forse più notorietà nonché battute di scherno per il suo aspetto.

Non ci sono spoiler se non avete visto il film, quindi potete leggere senza problemi.

Non pare che questo attore sia stato preso di mira dalla stampa come è accaduto a Depp, ma molte persone che hanno visto il nuovo film di Star Wars (di cui mi piacerebbe parlarvi, ma non in questo momento) non hanno fatto altro che parlare di lui e del suo aspetto oltre che riderne. Pare però che queste risate siano ammesse e concesse, senza che nessuno si chieda se è giusto riderne.

Mi sono chiesta perché pochissimi si siano indignati e la risposta che mi sono data è: perché Driver è un uomo.

La maggior parte delle persone trova Adam Driver brutto (ecco perché l'ho messo nel titolo e tra virgolette), o per meglio dire, come è stato definito, "un cesso a pedali" e qui casca l'asino.

Come ho sempre sostenuto quando si parla di bellezza delle persone si va sul soggettivo, se a me piace esteticamente una persona non è detto che alla mia migliore amica possa piacere la stessa persona. Sono sempre del parere che l'aspetto esteriore non sia quello che conta davvero e lo sosterrò sempre (di tante cose mi si può accusare, ma non che predichi bene e razzoli male), ma è giusto anche affermare che tutti nella vita facciamo apprezzamenti estetici sulle persone, sia essi positivi, sia essi negativi o addirittura indifferenti.

Succede, facciamo apprezzamenti e allo stesso modo anche noi siamo più o meno apprezzati sotto il profilo estetico nel quotidiano. Negarlo sarebbe stupido.

Abbiamo il diritto di dire che troviamo Tizia bella, Caia brutta, Sempronio brutto e Spadavecchia (usiamo un nome dialettale per indicare una persona generica, d'altronde giorni fa è stata la giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali) bello? Assolutamente sì. Perché non dovremmo?

Si possono fare battute su una parte in particolare del viso di qualcuno, tipo il naso? Sicuramente, anzi, molte persone fanno proprio autoironia sul loro aspetto, dimostrando che si accettano e che sanno che quella data parte del loro fisico può non piacere. Io per prima scherzo sulle mie gambe muscolose, le ho e me le tengo e ci rido anche su quando vengo snobbata per ragazze con le gambe magre, perché convivo benissimo con questa parte di me.

L'importante è che il parlarne (non mi pare che viga la negazione del diritto di parola) non diventi oggetto di offesa e derisione pubblica della persona, perché questa è cattiveria e chi lo fa è stronzo.

Negare che questo venga spesso e maggiormente rivolto alle attrici sarebbe falso e meschino, visto che si fa sempre più leva sull'aspetto delle donne, quindi se non sei una strafiga ti puoi ritirare in buon ordine e non puoi sperare di recitare anche se hai talento e ti dai da fare per interpretare al meglio il tuo personaggio. Negare che avvenga anche per gli uomini, seppur in misura ridotta (come ho detto nel post linkato con la faccenda del "ma almeno lui è affascinante" vs. "ma almeno lei è simpatica") non è affatto giusto: come è ingiusto nei confronti di una donna, lo è anche nei confronti di un uomo, e questo dovrebbe essere chiaro.

Bisogna sempre sottolineare che tutti indistintamente sono persone e come persone devono essere trattate e non come pezzi di carne facendo leva solo sul loro aspetto e sul loro corpo. Questo è ciò che afferma il femminismo, per inciso: siamo tutti uguali, di pari diritti, di pari doveri e nessuno deve essere discriminato. Essere pari vuol dire anche difendere un uomo, e non ridere pensando "oh, la ruota del karma gira anche per voi e vi dicono di essere solo un corpo": essendoci passate si dovrebbe lottare ancora di più perché ciò non accada più.

Adam Driver è un attore e io dovrei valutare la sua interpretazione trattandosi di un film; se fosse stato un modello mi sarei soffermata sulla sua "bellezza", dato che il mestiere di questi ultimi consiste nell'indossare degli abiti e con la loro presenza fisica valorizzarli di modo che i vestiti piacciano e vengano comprati.

Ai modelli non viene chiesta una capacità interpretativa, la mimica, il saper rendere realistico ciò che una sceneggiatura ti propone non rendendo forzato e fasullo né il personaggio né le sue azioni; questa è prerogativa degli attori.

Con attori intendo in generale, inglobando tutti coloro, di qualunque sesso e genere, che scelgono di vivere più vite interpretando tantissimi personaggi.
L'aspetto fisico di un attore non dovrebbe affatto influenzare l'apprezzamento o meno di un personaggio, quello che conta è come il personaggio venga interpretato, la sostanza, insomma. La sostanza è quello che secondo me dovrebbe contare sempre, per inciso.

Sicuramente questo attore non ha una bellezza canonica o convenzionale e posto l'assunto che può piacere come no, io ho trovato molto buona l'idea di non usare un belloccio che però non sa recitare.
Qualcuno ha detto in sottofondo Hayden Christensen? Io l'ho pensato e l'ho detto. Il mio comodino avrebbe saputo interpretare Anakin meglio di lui, ne sono sicura.

L'aspetto di Adam secondo me rende molto bene il contrasto che si ha quando ha la maschera ed è un cattivo tenebroso e molto carismatico e quando invece è senza maschera, rivelando l'essere solo un ragazzo con le sue debolezze e incertezze. Tutto questo caratterizza molto bene il personaggio, rivelandone luci e ombre, un personaggio che non sa controllare le sue emozioni. Un personaggio imperfetto come la sua lama, con un cristallo instabile, e che usa la maschera per incutere quel timore che senza non sarebbe capace di far trasparire dal suo viso.

Apprezzare un personaggio solo perché l'attore che lo interpreta è bello è molto superficiale. Succede spesso e come esempio io porto sempre Thorin Scudodiquercia, interpretato su schermo da Richard Armitage. Il Thorin del libro è un nano, ma non mi pare proprio che i nani siano belli, la bellezza, se non erro, è maggior prerogativa degli elfi. Considerando sempre che Armitage può piacere come anche no, ritengo che abbia reso Thorin esteticamente molto più bello di come ce lo si possa figurare leggendo il libro. Non è colpa sua, il suo aspetto è quello, ma ha anche saputo interpretare bene questo personaggio assolutamente imperfetto anch'esso. Thorin è orgoglioso, molto testardo, ha una certa spocchia (come se da un momento all'altro potesse dire "poracci" a tutti), una fierezza non indifferente oltre a una regalità nei modi che sente suoi: Armitage ha reso bene Thorin, pur con tutte le variazioni, e per me è una delle poche cose belle dei film de Lo Hobbit. Ma non affermare che molte persone amino Thorin e pensano che sia un bel personaggio perché trovano bello l'attore sarebbe negare una grossa evidenza. Lo stesso vale per Fili e Kili, interpretati da Dean O'Gorman e Aidan Turner. Non nascondiamoci, sappiamo che molte persone li adorano per gli attori, e questo svilisce le loro interpretazioni.

Le critiche rivolte all'aspetto fisico sono davvero stupide. 

Apprezzate od odiate Kylo Ren per quello che vi suggerisce il personaggio, non per quello che vi suggerisce Adam Driver.
Apprezzate un personaggio per quello che vi trasmette, e magari ci fossero più personaggi interpretati da bellezze non convenzionali che però sanno far bene il loro mestiere: recitare. Il mondo non ha solo gnoccume vario, ma persone comuni, persone bruttarelle e tutti dovrebbero sentirsi magari coinvolti dall'interpretazione di qualcuno che non è bello come Pitt o la Kidman, ma che ti sanno far immedesimare.

Sono però contenta di notare che questo mio pensiero non è solo il mio perché ho letto già pareri intelligenti che non si limitano al puro aspetto esteriore.

Ne sono davvero felice.

domenica 17 gennaio 2016

Book tag: il corpo umano.


Tempo fa avevo visto questo tag molto simpatico e che possono fare praticamente tutti; come sempre, io eviterò di citare delle persone perché non mi sembra carino “obbligarle” – almeno io la vedrei così se fossi nei loro panni per quanto sia sempre facoltativo –, ma nel caso in cui vogliate partecipare siete i benvenuti, leggerò molto volentieri le vostre risposte.

Lo ammetto: la persona ormai non solo con una deformazione professionale, ma anche professionalmente deformata (adoro questo gioco di parole e non so il perché), non appena trova qualcosa che la rimanda alla medicina è contenta, scalpita e saltella come una fangirl. Probabilmente si può dire che sono una fangirl della medicina e non me ne spiace affatto.

Spero di non risultare banale con le mie risposte e di cercare di variare i titoli dei libri proposti rispetto ai book tag fatti tempo addietro sul Tubo: come ho già detto, mi risulta molto più facile esserci sul blog che non sul canale e mi diverto anche di più.

Ogni parte del corpo citata ha una definizione (alle volte più di altre dal nesso discutibile) a cui poi associare un libro, iniziamo!

OCCHI: un libro di cui ti sei innamorata al primo sguardo.

Non mi è mai capitato di innamorarmi di un libro dalla copertina o anche di comprarne uno guardando solo la copertina, almeno finora; sono sempre stata maggiormente attratta dalla sintesi che si può trovare in quarta di copertina o anche proprio dalle prime pagine lette che possono invogliarmi a voler leggere tutto il libro. Molte copertine sono molto belle, non dico di no, alcune della Rizzoli o della Garzanti quando vado in libreria mi lasciano a bocca aperta, ma niente, non attecchiscono. Mi si permetta quindi di cambiare questo “primo sguardo” con “prima lettura” e qui cito King Lear di Shakespeare.
La copertina della mia versione (Giunti Classics, con testo integrale in lingua corredato di commenti accurati e spunti di interpretazione) ha anche una bella copertina: vi è raffigurato Re Lear nella tempesta ed è un quadro di Benjamin West del 1788 chiamato King Lear: Act III, Scene IV (King Lear in the Storm).

BOCCA: un libro che hai letto e che conoscono tutti.

Harry Potter? Hunger Games? Twilight? Shadowhunters? Le cinquanta fognature?
Li ho letti tutti e almeno per sentito dire sono sicura che si conoscono, per quanto non si possa averli letti. Trovo improbabile anche questo, a dire la verità, ma la certezza di conoscerli almeno di nome la ho.

POLMONI: un libro fondamentale nella tua vita.

Potrei dire tutti i miei libri preferiti – di cui ho finalmente sistemato la lista almeno fin quando un altro non diverrà l'ennesimo preferito – ma ho promesso che non sarei stata banale nelle risposte (almeno ci provo). Non riesco comunque a scegliere.
I miei libri preferiti riescono a essere il mio porto sicuro ogni volta che ho bisogno di riflettere o quando sono molto triste: nei momenti di grande tristezza succede che rifletto più del solito e non riesco proprio a crogiolarmi nel dolore, per quanto da fuori possa sembrare se mi si vede con un libro tra le mani dato che sono completamente assorta nella rilettura. Tornare tra le pagine dei miei libri preferiti mi fa sentire “a casa”, certa di essere sempre ben accolta e trovando delle risposte che fino a quel momento non conoscevo ed ecco che le mie riflessioni precedenti ottengono chiarimenti, riuscendo a farmi sentire se non completamente di buon umore, almeno più serena.
Tra tutti dico Le nebbie di Avalon, mi ha molto aiutata in un momento davvero molto difficile di cui porto i segni ancora oggi, per quanto possa parlarne liberamente e per quanto abbia già fatto notevoli passi in avanti verso un nuovo benessere.

STOMACO: un libro che hai divorato rapidamente.

Con me è molto difficile che avvenga il contrario: la prima lettura, se il libro mi appassiona, è sempre rapida, non dura mai più di un giorno. Confesso che quando sono molto presa non faccio altro che leggere e non vado nemmeno in bagno o mangio… almeno fin quando non finisco di leggere. È un'abitudine che mi porto dietro da sempre, stando ai racconti di chi mi ha vista crescere.
Cito il più recente: La Signora del Lago di Andrzej Sapkowski.
Voglio parlarvi nel dettaglio di questo signore e conto di farlo al più presto.

FEGATO: un grosso libro.

Qui ci vedo un doppio senso: grosso libro inteso di mole o nel contenuto? Se si intende nella prima accezione basta citare qualsiasi libro di più di… facciamo cinquecento pagine? Ma nessun problema! Ormai abbiamo i libri “distillati”, chissenefrega, no? Scusatemi, ma questa cosa mi fa prudere le mani.
Non mi spavento per i libri di tante pagine e trovo un poco superficiale questa cosa a dire il vero, ma tant'è, sono soltanto i miei “farfugliamenti sciocchi” (una fetta di torta a chi indovina la citazione).
Un libro che a prima vista può sembrare molto grosso, tra quelli che ho è Mondo senza fine di Ken Follett, per quanto ne abbia letti di più lunghi, ma è proprio la copertina a essere anche bella spessa nell'edizione che ho io e sembra un mattoncino.
A livello di contenuti, di interpretazione, di rimandi e di complessità in generale non posso non citare Il Silmarillion di Tolkien.

APPENDICE: un libro che ti è piaciuto e che non ti è piaciuto, insomma, è indifferente.

Povera appendice, sempre così bistrattata! Noi studenti di medicina ti ricordiamo, e studiamo anche i punti di repere e i vari punti da cui cercarti, in caso patologico, su, non esser triste quando ti dicono che sei indifferente. Sei proprio stronza, altroché, pare che tu sia una delle cause di dolori più lancinanti. Dico così perché la mia non mi ha dato rogne. *fa scongiuri*
Questa mi sa tanto di unpopular opinion: Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde.
Per carità, scritto bene, ma a me non ha lasciato proprio niente e Wilde con questo libro mi ha molto ricordato À rebours di Huysmans, che Wilde stroncò, però.
Sono sicura che a lungo andare – ma forse nemmeno così tanto lontano nel futuro – finirò per odiare questo libro un poco come tutti quei fan de Il piccolo principe che si sono – a ragione – stancati di vedere un libro che a loro piace ridotto sempre alle solite due-tre frasi da citare sempre e da mettere come didascalie di foto del profilo di cui tutto si vede tranne questo famoso “essenziale invisibile agli occhi”. Ridurre dei libri ad aforismari in stile Coelho che più passa il tempo più propone aria fritta e frasi stile Tumblr (la parte disagiata) mi intristisce tanto.

CUORE: un libro romantico.

Nella mia vita ho letto tre – se considero una trilogia come volume unico – romanzi d'amore, mentre uno (Non lasciarmi di Ishiguro) non ho nemmeno finito di leggerlo e l'ho scambiato con una ragazza che invece mi ha ceduto Diary di Palahniuk.
L'unico che mi piacque di questi fu Se solo fosse vero di Marc Lévy; da questo libro hanno anche tratto un film con Reese Witherspoon che non mi dispiacque affatto, sarà che adoro lei.
Lo lessi a sedici anni; non so se potrebbe piacermi a una seconda lettura oggi. Non so nemmeno se voglio scoprirlo.

CERVELLO: un libro realistico e riflessivo.

Su questo non ho nessuna esitazione: E così vorresti fare lo scrittore di Giuseppe Culicchia. Sarà uno dei prossimi libri di cui leggerete la mia recensione. Dire che ho riflettuto ridendo al contempo lascia presagire cosa potrei affermare ancora.

CAPELLI: un libro che hai comprato per la bella copertina.

Come dicevo prima: nessuno. Però trovo bella la copertina della mia copia de Il giuoco delle perle di vetro di Hermann Hesse, che è il particolare di un quadro di Paul Klee.

UNGHIE: un libro che per te vale oro.

Devo ammettere che qui l'associazione tra la definizione e le unghie non mi è del tutto chiara. Che lo si intenda come “un libro che difendi con le unghie e con i denti”? Sarà che io amo i miei capelli più delle mie unghie…
Anche qui non ho dubbi o incertezze: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Mi ha dato tanto, mi ha insegnato tanto e ancora oggi devo tanto a questo libro che mi ha permesso di accrescermi non solo culturalmente, ma proprio come persona, perché ho imparato a mettere in discussione le mie convinzioni e le mie errate credenze per essere finalmente me stessa per davvero.
Aver visto a Foggia le sentinelle in piedi con questo libro tra le mani mi ha fatto molto male, perché vedere la gente ignorante con un libro che è un simbolo della lotta all'ignoranza ha un qualcosa di perverso e di cattivo che mi ha ferita, ma questo non vuol dire che io smetterò di fare la mia parte contro la vera ignoranza. Anzi, è uno sprone a voler lottare ancora di più.

INTESTINO: un libro che hai abbandonato.

Adesso mi faccio meno scrupoli che in passato, quando volevo necessariamente finire il libro perché mi sembrava la cosa giusta da fare. Adesso la mia “politica” è un poco diversa ovvero perché dovrei continuare per forza un libro che non riesco a leggere? Ci riprovo quando mi sentirò più in vena e se non dovessi riuscire nemmeno questa volta mi metterò l'anima in pace.
Effettivamente ora faccio sempre così. A ben pensarci, è da tanto che non termino una lettura, l'ultima che io ricordo è Lesioni personali di Scott Turow, che non mi prese proprio.

E queste erano le mie parti del corpo con libri associate; quali sono le vostre? Divertitevi pure con questo giochino, alla prossima!