domenica 17 gennaio 2016

Book tag: il corpo umano.


Tempo fa avevo visto questo tag molto simpatico e che possono fare praticamente tutti; come sempre, io eviterò di citare delle persone perché non mi sembra carino “obbligarle” – almeno io la vedrei così se fossi nei loro panni per quanto sia sempre facoltativo –, ma nel caso in cui vogliate partecipare siete i benvenuti, leggerò molto volentieri le vostre risposte.

Lo ammetto: la persona ormai non solo con una deformazione professionale, ma anche professionalmente deformata (adoro questo gioco di parole e non so il perché), non appena trova qualcosa che la rimanda alla medicina è contenta, scalpita e saltella come una fangirl. Probabilmente si può dire che sono una fangirl della medicina e non me ne spiace affatto.

Spero di non risultare banale con le mie risposte e di cercare di variare i titoli dei libri proposti rispetto ai book tag fatti tempo addietro sul Tubo: come ho già detto, mi risulta molto più facile esserci sul blog che non sul canale e mi diverto anche di più.

Ogni parte del corpo citata ha una definizione (alle volte più di altre dal nesso discutibile) a cui poi associare un libro, iniziamo!

OCCHI: un libro di cui ti sei innamorata al primo sguardo.

Non mi è mai capitato di innamorarmi di un libro dalla copertina o anche di comprarne uno guardando solo la copertina, almeno finora; sono sempre stata maggiormente attratta dalla sintesi che si può trovare in quarta di copertina o anche proprio dalle prime pagine lette che possono invogliarmi a voler leggere tutto il libro. Molte copertine sono molto belle, non dico di no, alcune della Rizzoli o della Garzanti quando vado in libreria mi lasciano a bocca aperta, ma niente, non attecchiscono. Mi si permetta quindi di cambiare questo “primo sguardo” con “prima lettura” e qui cito King Lear di Shakespeare.
La copertina della mia versione (Giunti Classics, con testo integrale in lingua corredato di commenti accurati e spunti di interpretazione) ha anche una bella copertina: vi è raffigurato Re Lear nella tempesta ed è un quadro di Benjamin West del 1788 chiamato King Lear: Act III, Scene IV (King Lear in the Storm).

BOCCA: un libro che hai letto e che conoscono tutti.

Harry Potter? Hunger Games? Twilight? Shadowhunters? Le cinquanta fognature?
Li ho letti tutti e almeno per sentito dire sono sicura che si conoscono, per quanto non si possa averli letti. Trovo improbabile anche questo, a dire la verità, ma la certezza di conoscerli almeno di nome la ho.

POLMONI: un libro fondamentale nella tua vita.

Potrei dire tutti i miei libri preferiti – di cui ho finalmente sistemato la lista almeno fin quando un altro non diverrà l'ennesimo preferito – ma ho promesso che non sarei stata banale nelle risposte (almeno ci provo). Non riesco comunque a scegliere.
I miei libri preferiti riescono a essere il mio porto sicuro ogni volta che ho bisogno di riflettere o quando sono molto triste: nei momenti di grande tristezza succede che rifletto più del solito e non riesco proprio a crogiolarmi nel dolore, per quanto da fuori possa sembrare se mi si vede con un libro tra le mani dato che sono completamente assorta nella rilettura. Tornare tra le pagine dei miei libri preferiti mi fa sentire “a casa”, certa di essere sempre ben accolta e trovando delle risposte che fino a quel momento non conoscevo ed ecco che le mie riflessioni precedenti ottengono chiarimenti, riuscendo a farmi sentire se non completamente di buon umore, almeno più serena.
Tra tutti dico Le nebbie di Avalon, mi ha molto aiutata in un momento davvero molto difficile di cui porto i segni ancora oggi, per quanto possa parlarne liberamente e per quanto abbia già fatto notevoli passi in avanti verso un nuovo benessere.

STOMACO: un libro che hai divorato rapidamente.

Con me è molto difficile che avvenga il contrario: la prima lettura, se il libro mi appassiona, è sempre rapida, non dura mai più di un giorno. Confesso che quando sono molto presa non faccio altro che leggere e non vado nemmeno in bagno o mangio… almeno fin quando non finisco di leggere. È un'abitudine che mi porto dietro da sempre, stando ai racconti di chi mi ha vista crescere.
Cito il più recente: La Signora del Lago di Andrzej Sapkowski.
Voglio parlarvi nel dettaglio di questo signore e conto di farlo al più presto.

FEGATO: un grosso libro.

Qui ci vedo un doppio senso: grosso libro inteso di mole o nel contenuto? Se si intende nella prima accezione basta citare qualsiasi libro di più di… facciamo cinquecento pagine? Ma nessun problema! Ormai abbiamo i libri “distillati”, chissenefrega, no? Scusatemi, ma questa cosa mi fa prudere le mani.
Non mi spavento per i libri di tante pagine e trovo un poco superficiale questa cosa a dire il vero, ma tant'è, sono soltanto i miei “farfugliamenti sciocchi” (una fetta di torta a chi indovina la citazione).
Un libro che a prima vista può sembrare molto grosso, tra quelli che ho è Mondo senza fine di Ken Follett, per quanto ne abbia letti di più lunghi, ma è proprio la copertina a essere anche bella spessa nell'edizione che ho io e sembra un mattoncino.
A livello di contenuti, di interpretazione, di rimandi e di complessità in generale non posso non citare Il Silmarillion di Tolkien.

APPENDICE: un libro che ti è piaciuto e che non ti è piaciuto, insomma, è indifferente.

Povera appendice, sempre così bistrattata! Noi studenti di medicina ti ricordiamo, e studiamo anche i punti di repere e i vari punti da cui cercarti, in caso patologico, su, non esser triste quando ti dicono che sei indifferente. Sei proprio stronza, altroché, pare che tu sia una delle cause di dolori più lancinanti. Dico così perché la mia non mi ha dato rogne. *fa scongiuri*
Questa mi sa tanto di unpopular opinion: Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde.
Per carità, scritto bene, ma a me non ha lasciato proprio niente e Wilde con questo libro mi ha molto ricordato À rebours di Huysmans, che Wilde stroncò, però.
Sono sicura che a lungo andare – ma forse nemmeno così tanto lontano nel futuro – finirò per odiare questo libro un poco come tutti quei fan de Il piccolo principe che si sono – a ragione – stancati di vedere un libro che a loro piace ridotto sempre alle solite due-tre frasi da citare sempre e da mettere come didascalie di foto del profilo di cui tutto si vede tranne questo famoso “essenziale invisibile agli occhi”. Ridurre dei libri ad aforismari in stile Coelho che più passa il tempo più propone aria fritta e frasi stile Tumblr (la parte disagiata) mi intristisce tanto.

CUORE: un libro romantico.

Nella mia vita ho letto tre – se considero una trilogia come volume unico – romanzi d'amore, mentre uno (Non lasciarmi di Ishiguro) non ho nemmeno finito di leggerlo e l'ho scambiato con una ragazza che invece mi ha ceduto Diary di Palahniuk.
L'unico che mi piacque di questi fu Se solo fosse vero di Marc Lévy; da questo libro hanno anche tratto un film con Reese Witherspoon che non mi dispiacque affatto, sarà che adoro lei.
Lo lessi a sedici anni; non so se potrebbe piacermi a una seconda lettura oggi. Non so nemmeno se voglio scoprirlo.

CERVELLO: un libro realistico e riflessivo.

Su questo non ho nessuna esitazione: E così vorresti fare lo scrittore di Giuseppe Culicchia. Sarà uno dei prossimi libri di cui leggerete la mia recensione. Dire che ho riflettuto ridendo al contempo lascia presagire cosa potrei affermare ancora.

CAPELLI: un libro che hai comprato per la bella copertina.

Come dicevo prima: nessuno. Però trovo bella la copertina della mia copia de Il giuoco delle perle di vetro di Hermann Hesse, che è il particolare di un quadro di Paul Klee.

UNGHIE: un libro che per te vale oro.

Devo ammettere che qui l'associazione tra la definizione e le unghie non mi è del tutto chiara. Che lo si intenda come “un libro che difendi con le unghie e con i denti”? Sarà che io amo i miei capelli più delle mie unghie…
Anche qui non ho dubbi o incertezze: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Mi ha dato tanto, mi ha insegnato tanto e ancora oggi devo tanto a questo libro che mi ha permesso di accrescermi non solo culturalmente, ma proprio come persona, perché ho imparato a mettere in discussione le mie convinzioni e le mie errate credenze per essere finalmente me stessa per davvero.
Aver visto a Foggia le sentinelle in piedi con questo libro tra le mani mi ha fatto molto male, perché vedere la gente ignorante con un libro che è un simbolo della lotta all'ignoranza ha un qualcosa di perverso e di cattivo che mi ha ferita, ma questo non vuol dire che io smetterò di fare la mia parte contro la vera ignoranza. Anzi, è uno sprone a voler lottare ancora di più.

INTESTINO: un libro che hai abbandonato.

Adesso mi faccio meno scrupoli che in passato, quando volevo necessariamente finire il libro perché mi sembrava la cosa giusta da fare. Adesso la mia “politica” è un poco diversa ovvero perché dovrei continuare per forza un libro che non riesco a leggere? Ci riprovo quando mi sentirò più in vena e se non dovessi riuscire nemmeno questa volta mi metterò l'anima in pace.
Effettivamente ora faccio sempre così. A ben pensarci, è da tanto che non termino una lettura, l'ultima che io ricordo è Lesioni personali di Scott Turow, che non mi prese proprio.

E queste erano le mie parti del corpo con libri associate; quali sono le vostre? Divertitevi pure con questo giochino, alla prossima!


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