Buoni propositi. Bella
roba. Due parole che dicono tanto, forse troppo, due parole che spesso mettono
ansia anche solo a pensarle.
Quando si parla dei buoni
propositi per l’anno nuovo alle volte si dicono tante cose e, a cavallo tra i
sogni e qualcosa di letteralmente irrealizzabile, spesso si arriva a rendere
concreto poco quanto nulla di cui si era programmato.
Vale la pena, dunque, fare
dei buoni propositi?
La risposta è, come tante
cose a questo mondo, soggettiva e relativa. Dipende dal singolo, da quanto si
dà importanza alle proprie parole e alla voglia – se presente – di renderle poi
fatti, gesti tangibili.
Per me è importante, se
non altro perché sento di essere arrivata a un punto della mia vita in cui non
ho più spazio per i “vorrei”, ma soltanto per i “voglio”, e ho deciso di
mettere nero su bianco i miei desideri – fattibili, almeno credo – e di
impegnarmi quanto più possibile per realizzarli. Non che i “vorrei” spariscono
da un giorno all’altro, ci mancherebbe, ma quando mi ritaglio del tempo per me
e per le mie riflessioni – non a caso anche questo è un meta-pensiero – sento di conoscermi un po’ di più rispetto a degli
istanti prima, e ammetto a voce alta di volere certezze, di costruire qualcosa,
in qualsiasi ambito che io reputo importante.
E, non lo nego, sono una
persona che vuole tenere sotto controllo quanto più possibile – faccenda da
INTJ, mi dicono, secondo la personalità da Myers-Briggs.
Bando alle ciance, i miei
propositi per quest’anno sono:
1)
Voglio terminare quest’anno i miei progetti da
fanwriter già iniziati sia come storie postate sia come file nella mia cartella
“Da completare”. Se non tutti, almeno la maggior parte, perché ho deciso di
smetterla col fanwriting o, per meglio dire, dilettarmici di tanto in tanto in
maniera molto sporadica a partire dal prossimo anno, senza troppi grilli per la
testa. Il fanwriting è sempre stato un divertimento e una passione, ma non
slegati da un certo impegno, e se vedo che il mio impegno non è apprezzato,
tanto vale dedicarmi a qualcos’altro. A tal proposito ho iniziato a mettere
nella mia biscottiera di BB-8 qualsiasi altra idea fandomica che mi viene in
mente sotto forma di foglietto in cui raccolgo le idee che mi sono frullate; le
tengo lontane da me – non senza appuntarle – perché sono fermamente
intenzionata a non scrivere altro “di nuovo”;
2)
Voglio stare meno sui social network. Sebbene i
quarantenni abbiano ragione sulla faccenda “pulizia contatti”, alle volte essa
non basta perché persone con cui ti trovi anche bene a parlare hanno certe
uscite che ti fanno cadere le braccia e arriva la cocente delusione, unita a
una gastrite e a un malessere – almeno per me – non indifferente. Visto che
spesso mi sento un’outsider anche lì
sopra dato che se dico qualcosa o mi si dice che non capisco un cazzo oppure mi
si mangia preferisco limitare quanto più possibile la mia presenza. È il mio
benessere che conta, il resto viene immediatamente dopo;
3)
Voglio capire cosa fare con i blog e le
recensioni. Anche qui, come per il fanwriting, data la demotivazione nata dal
“ma chi me lo fa fare?”, mi do quest’anno di tempo per vedere se smettere del
tutto di aggiornarli e smettere con le recensioni qui sopra, di modo che possa
impiegare il tempo in qualcosa di più costruttivo. Ammettere un fallimento
farebbe male, ma esserne consapevole mi farebbe stare meglio con me stessa
perché sarei pronta a ricominciare;
4)
Voglio regalarmi più tempo in compagnia delle
persone che amo;
5)
Voglio stare meglio, parlando della mia salute
fisica, quindi ce la metterò tutta per perdere i chili che mi mancano per
arrivare al mio peso forma, non dimenticando di fare controlli (questo mi
risulta facile, sto molto attenta alla mia salute e faccio la mediconzola di me stessa);
6)
Voglio costruire qualcosa sentimentalmente
parlando secondo il mio modo di vivere una relazione;
7)
Voglio leggere tanto e vedere più film al cinema
(non sarebbe mancato un punto al riguardo). Per questo punto proverò per la prima volta in vita mia a fare una reading challenge, sperando di non abbandonarla prima perché potrei vederla come un’imposizione.
Sette punti, sette buoni propositi; vediamo quanti riuscirò a concretizzarne; se non altro il mio impegno c’è.